Un progetto solidale per la ripartenza che fa… 47!

di FornellidItalia

Un progetto solidale per la ripartenza che fa... 47!

Nove giovani aziende vinicole italiane e quarantasette ristoratori di nove regioni con locali in piccoli comuni: sono i numeri che formano il progetto “9×9=47. Pacco solidale per la ripartenza”

Le bottiglie di vino confezionate in una elegante scatola dalla grafica Alessandra Dalessandro sono: Tenuta I Fauri Abruzzo DOC Pecorino (Abruzzo), Masseria La Cattiva “Riposata” vino Rosso (Puglia), Dirupi Grumello Riserva Valtellina Superiore DOCG (Lombardia), Luiano Chianti Classico DOCG (Toscana), Noelia Ricci “Il Sangiovese” Predappio Romagna DOC (Emilia Romagna), Cantina Roccafiore “Fiorfiore” Umbria Grechetto IGP (Umbria), Sanpaolo Claudio Quarta “Totò Rosso” Campania IGP (Campania), Tonello “io Teti” Lessini Durello Metodo Classico (Veneto), Vigneti Vallorani “Polisia” Piceno Superiore DOC (Marche).

«L’idea è nata alla fine di un anno, il 2020, che ci ha privati della convivialità, del piacere di stare insieme attorno a una tavola imbandita, ma che, allo stesso tempo, ci ha regalato una buona vendemmia perché la natura si è ripresa i propri spazi”», racconta Valentina Di Camillo, che porta avanti con passione Tenuta I Fauri a Chieti, coordinatrice del progetto insieme al fratello Luigi. «Come le altre aziende che hanno aderito all’iniziativa, commercializziamo i nostri vini esclusivamente nei ristoranti e nelle enoteche con cucina, realtà che sono state messe in ginocchio dalla pandemia. Molte provincie sono tuttora in zona rossa e tanti locali non hanno riaperto o funzionano a singhiozzo. La scelta dei destinatari del pacco è caduta su alcuni indirizzi che sono anche destinazioni non facili da raggiungere, dove è necessario prenotare con largo anticipo tipo Villa Maiella o La Bandiera in Abruzzo (entrambi una Stella Michelin, ndr), Megaron in Irpinia, Il Tiglio a Montemonaco, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Tutti a conduzione familiare».

Alla confezione a forma di cubo, simbolo di stabilità, è stata associata l’immagine stilizzata del tralcio di vite sradicato e piegato, ma saldamente legato a una struttura metallica da tanti fili rossi: «Un messaggio positivo che sintetizza spirito di adattamento e resilienza. Soltanto uniti si può ripartire e noi produttori siamo pronti a ricominciare il cammino all’insegna della sostenibilità e dell’amore per la terra insieme alle persone che ci hanno dato fiducia e hanno creduto nei vini artigiani», dice Alessandra Quarta dell’omonima azienda salentina.

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