Addio a Don Franco Monterubbianesi, fondatore della comunità di Capodarco

La scomparsa di Don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco, segna la fine di un’era dedicata all’accoglienza e al supporto per persone in difficoltà.

Don Franco Monterubbianesi, storico fondatore della Comunità di Capodarco, è deceduto oggi, 15 gennaio 2025, all’età di 94 anni. La sua vita è stata dedicata all’accoglienza di persone con limiti fisici e psicologici, madri e minori in difficoltà, e ragazzi con problemi di tossicodipendenza. Il suo messaggio, come evidenziato dalla Comunità stessa, è stato chiaro: è fondamentale rispettare le storie e i sogni di ciascuno e lavorare per costruire comunità che possano fornire un sostegno concreto.

Le origini di Don Franco Monterubbianesi

Don Franco nasce a Fermo il 30 maggio 1931, figlio di un lavoratore del Collegio Montani e di una casalinga. Cresce come primogenito, affiancato da una sorella, e diventa zio di quattro nipoti. Dopo aver inizialmente intrapreso gli studi in Medicina, decide di seguire la sua vocazione religiosa e si trasferisce al Collegio Capranica di Roma per studiare teologia e filosofia. Rientrato a Fermo, inizia a insegnare filosofia in Seminario e viene ordinato sacerdote il 19 agosto 1956. Il suo metodo di insegnamento, però, non incontra il favore del rettore del Seminario, Mons. Cardenà. Durante questo periodo, Don Franco entra in contatto con il mondo della disabilità, partecipando ai treni degli ammalati organizzati dall’Unitalsi.

La nascita della Comunità di Capodarco

L’Arcivescovo Perini lo incoraggia a dedicarsi ai ragazzi e alle ragazze spesso relegati in centri riabilitativi. Una lettera di alcuni di loro, che esprimono il desiderio di avere più opportunità dopo un pellegrinaggio, segna l’inizio della sua avventura. Con il supporto di Marisa Galli, una donna forte con una grave disabilità, Don Franco cerca una sede per la sua iniziativa. Dopo un tentativo a Loreto, trova una villa abbandonata a Capodarco, che diventa il primo “Centro comunitario Gesù risorto“. Il tema della risurrezione diventa un elemento centrale nei suoi progetti.

Le prime fasi della Comunità, avviate nel Natale del 1966, sono caratterizzate da difficoltà economiche. Le donazioni, che includono cibo e beni di prima necessità, sono fondamentali per la sopravvivenza. Gli studenti del Collegio Montani, dove Don Franco insegna, si offrono di aiutare. La risposta della comunità locale è positiva e molti ricordano quegli anni come significativi della loro giovinezza. Con il passare del tempo, la Comunità di Capodarco attira disabili da diverse regioni italiane, creando un clima di entusiasmo e aprendo la strada a matrimoni tra persone con disabilità.

Espansione e impatto della Comunità

I principi di rispetto per le persone, lavoro e progettualità diventano i fondamenti del programma di Don Franco. Molti giovani, che lui chiama “’68 minore”, si uniscono a lui, dedicandosi al sociale anziché alla politica. A partire dal 1970, gruppi di persone fondano comunità locali in diverse regioni, tra cui Sardegna, Fabriano, Gubbio, Perugia, Volano, e successivamente in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e Veneto. Oggi, in Italia, ci sono 13 comunità attive, mentre a livello internazionale si sono aperte sedi in Ecuador, Albania, Camerun e Kosovo, con la Comunità di Capodarco a Fermo che rimane la casa madre.

Nel 1973, Don Franco tenta di avviare una comunità a Roma, dando vita a corsi professionali, cooperative e gruppi familiari. Tuttavia, la grande idealità che ha sempre contraddistinto il suo operato si scontra con la dura realtà economica, costringendolo a cedere la gestione di alcune iniziative. Sempre attento ai giovani, accoglie i primi obiettori di coscienza e sostiene il servizio civile.

Oggi, la rete delle comunità conta 13 sedi in Italia e 4 all’estero, accogliendo 1.226 persone con il supporto di 626 addetti e 430 volontari. Le prestazioni riabilitative fornite superano le 30.000, servendo circa 1.100 utenti.