Un castello di carta in crisi, schiacciato dall’incertezza economica e dalle tensioni geopolitiche. Questa è l’immagine evocativa scelta dai sindacati agricoli europei per descrivere la proposta di unione dei fondi agricoli della Politica Agricola Comune (Pac) con altri programmi all’interno del prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione Europea. Le associazioni di settore, unite sotto l’egida del Copa-Cogeca, hanno manifestato il 12 aprile 2025 a Bruxelles, davanti alle istituzioni europee, lanciando un chiaro messaggio: “Senza budget per la Pac, non c’è sicurezza”.
Il contesto della mobilitazione
La protesta ha preso vita mentre la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, presentava le linee generali del futuro bilancio. Secondo i documenti circolati a Palazzo Berlaymont, Bruxelles prevede una ristrutturazione del bilancio che si articolerà su tre pilastri: piani nazionali definiti tra Stati e Regioni, un Fondo per la competitività e un fondo per l’azione esterna. Questa nuova configurazione comporterebbe l’accorpamento di più programmi, tra cui la Pac e la Coesione, che insieme rappresentano circa i due terzi del bilancio comunitario. La presidente von der Leyen ha dichiarato che, sebbene il sistema sarà modernizzato per affrontare le sfide attuali, la Coesione e la Pac rimarranno elementi fondamentali dell’Unione Europea.
Le reazioni dei sindacati agricoli
Sebbene non ci siano stati trattori in marcia verso Palazzo Berlaymont, come accadeva in passato, i sindacati agricoli, con delegazioni provenienti da Italia, Spagna e Belgio, hanno promesso che questa manifestazione rappresenta solo l’inizio di una serie di azioni di protesta. Massimiliano Giansanti, presidente di Copa e di Confagricoltura, ha sottolineato l’importanza di mantenere una Politica Agricola Comune, non limitata a singoli Stati, e ha chiesto risorse finanziarie adeguate per affrontare le sfide attuali. La proposta sul bilancio dell’Unione Europea è attesa per metà luglio 2025, seguita da quella relativa alla politica agricola comune.
Le preoccupazioni per il settore agricolo
Il dialogo tra Bruxelles e le capitali europee è solo all’inizio, ma già si avverte la necessità di un confronto, come evidenziato da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Prandini ha espresso contrarietà all’idea di un fondo unico, sostenendo che l’agricoltura e l’agroalimentare possono giocare un ruolo cruciale nella crescita non solo dell’Italia, ma dell’intera Europa. Le associazioni agricole hanno lanciato un appello in un momento in cui il settore è sotto pressione a causa delle tensioni geopolitiche, dei cambiamenti climatici e degli attacchi della criminalità organizzata. Secondo un report congiunto di Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio Agromafie, il business delle agromafie in Italia ha superato i 25 miliardi di euro, raddoppiando negli ultimi dieci anni e colpendo vari aspetti della filiera alimentare, dal caporalato alla falsificazione dei prodotti, fino al furto e al cybercrime.