La situazione relativa ai dazi sull’esportazione del Pecorino Romano negli Stati Uniti suscita preoccupazione e incertezze tra i produttori. Le aziende sarde, consapevoli della potenziale battaglia commerciale internazionale, stanno rivolgendo la loro attenzione al disciplinare di produzione del formaggio. L’obiettivo primario è quello di garantire che il Pecorino Romano venga prodotto esclusivamente con razze ovine autoctone, tra cui la Sarda, la Nera di Arbus, la Comisana, la Massese, la Vissana, la Sopravissana e quella dell’Amiata.
Incontro a Cagliari
Oggi, 3 marzo 2025, a Cagliari, Agrinsieme Sardegna ha tenuto una conferenza stampa insieme alle principali cooperative di trasformazione lattiero-casearie dell’isola. Nel corso delle ultime settimane, sono state intraprese diverse iniziative, tra cui l’invio di una lettera al Ministero dell’Agricoltura e un incontro con l’assessore Gianfranco Satta.
Errore nel disciplinare di produzione
Il coordinatore regionale di Agrinsieme e direttore di Legacoop Sardegna, Daniele Caddeo, ha sottolineato che nei mesi scorsi si è verificato un errore relativo al riconoscimento delle razze autoctone nel Disciplinare di produzione del Pecorino Romano Dop. Caddeo ha affermato: “Sarebbe un ulteriore errore ampliare la produzione di Romano a qualsiasi razza ovina. Siamo per la diversificazione, ma è fondamentale che il Pecorino Romano mantenga il suo prestigio, che ha conquistato nel corso degli anni come prodotto di eccellenza internazionale. È necessaria una presa di posizione politica chiara da parte della Regione”.
Dinamiche internazionali e dazi
L’attenzione si concentra anche sulle dinamiche internazionali. Giuseppe Patteri, vice coordinatore di Agrinsieme, ha evidenziato che gli ultimi due anni hanno portato risultati positivi, ma ha avvertito: “Non dobbiamo abbassare la guardia, specialmente ora che i dazi statunitensi potrebbero entrare in vigore. Questi dazi danneggerebbero numerosi prodotti agroalimentari italiani, incluso il Pecorino Romano. È necessario modificare il disciplinare di produzione per sottolineare l’importanza delle razze autoctone sarde, da cui proviene il latte utilizzato per il formaggio”.
Conseguenze per gli allevatori
Le conseguenze di un’eventuale apertura a razze non autoctone sono state sottolineate dal presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras, il quale ha avvertito che produrre Pecorino Romano Dop con qualsiasi tipo di latte ovino potrebbe avere ripercussioni negative sui prezzi del formaggio e, di conseguenza, sugli allevatori.
Preoccupazioni delle cooperative
Anche Salvatore Palitta, presidente delle cooperative Agriexport e La Concordia, ha espresso preoccupazione: “Il nostro ricorso al Ministero nasce dalla paura che l’uso crescente di razze non autoctone possa compromettere il legame con il territorio, rendendo il Pecorino Romano meno distintivo e più standardizzato, alterando così la qualità e la tipicità del prodotto”.
Difesa della produzione
Infine, Renato Illotto di Cao Formaggi ha condiviso la sua preoccupazione riguardo ai dazi: “Certo che dobbiamo preoccuparci. Le dinamiche mondiali stanno diventando sempre più frequenti, e per questo è cruciale difendere la produzione del Pecorino Sardo“.