Allerta per scarabeo giapponese: esperti sconsigliano l’uso delle trappole

Intervento di disinfestazione a Sant’Alessio contro il Popillia japonica, scarabeo giapponese che minaccia le coltivazioni e l’ambiente nel Nord Italia.

A Sant’Alessio, comune situato nel Pavese, è in programma un intervento di disinfestazione per contrastare il proliferare di Popillia japonica, noto anche come scarabeo giapponese. Questo insetto, apparso per la prima volta nel 2014 all’interno del Parco del Ticino, ha rapidamente esteso la sua presenza nel Nord Italia, in particolare nelle regioni della Lombardia e del Piemonte. L’allerta è tornata a farsi sentire nel 2025, a causa dei danni che questo organismo può arrecare alle coltivazioni locali.

Caratteristiche dell’insetto e danni alle coltivazioni

Il Popillia japonica è un insetto di dimensioni relativamente contenute, circa un centimetro, caratterizzato da una forma ovale e da un colore verde e bronzo metallizzato. Presenta cinque ciuffi di peli bianchi su ciascun lato del corpo e due sulla parte posteriore. Sebbene non rappresenti un pericolo per l’uomo, il suo comportamento alimentare è altamente distruttivo: si nutre di foglie e frutti, lasciando le piante senza vegetazione e compromettendo la loro produttività. Le piante più colpite includono quelle da frutto, la vite, il mais e la soia, ma i danni possono estendersi anche a spazi pubblici come i campi da calcio.

Durante i mesi estivi, in particolare a giugno e luglio, il Popillia japonica è particolarmente attivo. Le femmine depongono le uova nel terreno, prediligendo i prati umidi, dove le larve si sviluppano nutrendosi di radici fino all’autunno. Con l’arrivo della primavera successiva, le larve completano il ciclo di metamorfosi e si trasformano in adulti, pronti a riprendere il ciclo di alimentazione e riproduzione. È importante notare che questo insetto non tollera terreni troppo secchi o eccessivamente lavorati, il che può influenzare le strategie di gestione agricola.

Strategie di contenimento e raccomandazioni

Emanuele Mazzoni, docente di Entomologia Agraria presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza, ha sottolineato l’importanza di adottare misure preventive per limitare la diffusione di questo organismo nocivo. Tra le raccomandazioni, si suggerisce di ridurre al minimo l’uso di insetticidi chimici, optando piuttosto per metodi alternativi e biologici, come l’installazione di reti antinsetto.

In caso di presenza di questi insetti in giardini o orti, Mazzoni consiglia di rimuoverli manualmente, immergendoli in un secchio con acqua e sapone o detersivo per piatti. Tuttavia, mette in guardia contro l’uso di trappole fai-da-te, poiché queste possono attirare un numero eccessivo di esemplari, aumentando il rischio di diffusione e aggravando la situazione. La gestione corretta di Popillia japonica è essenziale per proteggere le coltivazioni e garantire la salute dell’ecosistema agricolo.

Impatto ambientale e sfide future

La presenza di Popillia japonica non solo minaccia l’agricoltura locale, ma ha anche un impatto significativo sull’ambiente. I danni ai tappeti erbosi dei campi sportivi e la competizione con altre specie vegetali possono alterare l’equilibrio ecologico delle aree colpite. Con la crescente diffusione di questo scarabeo, le sfide per i servizi fitosanitari aumentano, richiedendo una risposta coordinata tra le istituzioni locali e regionali per affrontare efficacemente il problema.

Il monitoraggio continuo e l’educazione degli agricoltori e dei cittadini sono fondamentali per contenere la diffusione di questo organismo. Le campagne informative e le misure di prevenzione devono essere potenziate per garantire una reazione tempestiva e mirata, fondamentale per preservare la biodiversità e la produttività agricola del territorio.