Appello dei pastori sardi: “Il futuro del Pecorino Romano Dop è a rischio, serve il veto della Regione”

Appello dei pastori sardi: "Il futuro del Pecorino Romano Dop è a rischio, serve il veto della Regione" - Fornelliditalia.it

In un momento critico per l’agricoltura sarda, i pastori del Pecorino Romano Dop lanciano un accorato appello alle autorità regionali per salvaguardare il settore. La questione riguarda la recente decisione di non includere razze specifiche per la produzione di questo prestigioso formaggio, ma si estende a problemi più ampi che toccano le dinamiche economiche e culturali del territorio. La voce di Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna, Mario Carai e Fabio Pisu risuona come un monito: “Il futuro dell’agricoltura sarda richiede attenzione e intervento.”

Il contesto del consorzio Pecorino Romano Dop

Una lunga storia di battaglie e successi

Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano rappresenta una delle eccellenze dell’agricoltura sarda, con un’ampia storia di successi e battaglie per il mantenimento della qualità produttiva. Tuttavia, la recente assemblea dei soci ha evidenziato una divisione interna, riaccendendo tensioni già esistenti tra i pastori. I portavoce si dicono particolarmente preoccupati per il futuro della denominazione, temendo che l’esclusione di determinate razze possa compromettere l’autenticità e la qualità del prodotto finale.

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Il potere decisionale della Regione

I pastori sardi si rivolgono in modo diretto ai rappresentanti della regione, evidenziando come le decisioni prese a livello consortile possano avere ripercussioni significative sull’intera economia agricola della Sardegna. La presidente Todde e l’assessore all’Agricoltura si trovano in una posizione strategica per influenzare le scelte del consorzio. La storia degli eventi passati, con una maggioranza del 90% che aveva avallato l’inclusione di razze specifiche, sottolinea l’importanza di un intervento decisivo da parte delle istituzioni.

Le problematiche legate alle razze e ai prezzi del latte

La votazione contestata

I pastori sardi contestano apertamente la validità dell’ultima votazione, sostenendo che il tema delle razze fosse già stato approvato in un incontro precedente. Questo aspetto mette in luce una maggiore necessità di trasparenza e coerenza all’interno delle decisioni consortili. Il fatto che il ministero avesse anche suggerito una fase di transizione di sette anni per consentire alle aziende di adattarsi alle nuove regole è un elemento cruciale che i pastori non possono ignorare.

Riflessioni sui prezzi del Pecorino

Il comunicato dei pastori fa luce su un aspetto delicato: “Il prezzo del formaggio non è sostenibile per gli allevatori”, i quali vedono in pericolo la loro attività a causa di pratiche di allevamento intensivo. La richiesta di stabilizzazione dei prezzi è accompagnata da una riflessione profonda sui valori e sulle tradizioni che il Pecorino Romano rappresenta per il territorio. Rimanere fedeli a metodi di produzione artigianali è non solo una questione economica, ma anche culturale.

Le recenti modifiche al disciplinare di produzione

Cosa cambia con le nuove linee guida

Le modifiche al disciplinare del Pecorino Romano hanno suscitato preoccupazione tra i produttori. In particolare, la nuova regola riguardante la provenienza della sostanza secca riserva un ampio dibattito su quella che dovrebbe essere la percentuale di alimenti destinati agli animali. La decisione di permettere che solo il 50% degli alimenti provenga dalla zona di produzione mette a repentaglio la qualità e l’autenticità del prodotto.

Le conseguenze per i produttori locali

L’introduzione di queste norme non solo innalza la complessità della gestione degli allevamenti, ma potrebbe anche influenzare negativamente l’immagine del Pecorino Romano sul mercato. I pastori sostengono che questa situazione potrebbe allontanare i consumatori più attenti alla qualità e alle origini dei prodotti lattiero-caseari, a svantaggio della tradizione e della reputazione del formaggio.

La situazione resta quindi in evoluzione e i prossimi passi delle istituzioni regionali saranno fondamentali per determinare il futuro del Pecorino Romano Dop e dei pastori che da sempre ne garantiscono la produzione.