Asti Docg e Barbera: si segnala un eccesso di invenduto nel settore vitivinicolo

Il settore vitivinicolo piemontese in crisi chiede supporto per gestire l’invenduto, mentre i produttori denunciano difficoltà economiche e propongono misure per affrontare la situazione.

Il settore vitivinicolo piemontese sta affrontando una crisi significativa, come evidenziato dai presidenti dei Consorzi dell’Asti Docg e del Barbera, Stefano Ricagno e Vitaliano Maccario. Durante un incontro tenutosi recentemente con l’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, i due rappresentanti hanno sottolineato la necessità di ricevere supporto per gestire l’invenduto, un problema che affligge in particolare i loro consorzi, mentre altri dodici consorzi piemontesi non hanno segnalato difficoltà simili.

Preoccupazioni dei produttori

Ricagno e Maccario hanno espresso preoccupazione per la mancanza di comprensione da parte dell’assessore riguardo alla situazione attuale. Maccario ha ricordato che i produttori di vino piemontesi hanno contribuito significativamente alla reputazione del vino italiano nel mondo negli ultimi trent’anni e ha sottolineato l’importanza di una politica che offra soluzioni concrete anziché slogan vuoti. Ricagno, dal canto suo, ha evidenziato il divario tra le affermazioni di Bongioanni e la realtà del comparto vitivinicolo.

Difficoltà economica del settore

Il presidente dell’Asti Docg ha denunciato la presenza di 100mila ettolitri di mosto d’uva fermo in cantina, una situazione che mette in luce la difficoltà economica del settore. L’Asti e il Moscato Bianco, da quasi un secolo, rappresentano un simbolo del vino piemontese nel panorama internazionale, con 50 case spumantistiche e 3mila aziende viticole attive. Maccario ha dichiarato che non si vergognano di parlare di questa fase di sofferenza, che è in gran parte attribuibile a fattori esterni.

Misure per affrontare la crisi

In un contesto di crisi, Maccario ha richiamato l’attenzione su una mozione recente presentata da alcuni consiglieri della Regione Toscana, che propone misure come la vendemmia verde, la riduzione delle rese, la distillazione e l’estirpazione per affrontare la crisi. Sebbene queste misure non riguardino direttamente le aziende dell’alto astigiano, rappresentano una delle principali sfide per il Piemonte, che si confronta con una delle sue storiche concorrenti nel settore vinicolo. La situazione richiede una risposta adeguata e tempestiva per garantire la sopravvivenza e la crescita del comparto vitivinicolo piemontese.