Cna: i dazi minacciano il settore agroalimentare e artigianale nel Piceno

I dazi statunitensi mettono in crisi le piccole e medie imprese del Piceno, colpendo l’export agroalimentare e artigianale e minacciando la competitività dei prodotti locali.

“L’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta un duro colpo per l’economia del Piceno, penalizzando in particolare le piccole e medie imprese del settore agroalimentare e artigianale“. Questa è la preoccupazione espressa dalla Cna della provincia di Ascoli Piceno, a seguito dell’annuncio del presidente Trump riguardo all’implementazione di nuove misure protezionistiche.

Gli Stati Uniti si confermano come il terzo mercato per l’export della regione Marche, con il Piceno che ha registrato esportazioni per un valore di 312 milioni di euro nei primi nove mesi del 2024. Di questa cifra, 220 milioni riguardano articoli farmaceutici, 16 milioni sono legati a gomma e plastica, mentre 13 milioni provengono dal settore tessile e moda.

Le conseguenze dei dazi per le imprese locali

La Cna sottolinea che la nuova politica commerciale degli Stati Uniti potrebbe mettere a rischio gli sforzi delle aziende locali nel promuovere le eccellenze del territorio all’estero. Tra i prodotti più vulnerabili a queste misure si trovano la pasta, le conserve di pomodoro, il vino, i salumi, i formaggi DOP e l’olio extravergine d’oliva. Questi prodotti, pur essendo molto apprezzati negli Stati Uniti, rischiano di perdere quote di mercato a causa dell’aumento dei prezzi, favorendo così alternative estere più economiche.

Nonostante le sfide, i dati sull’export del Piceno, escluso il settore farmaceutico, mostrano un incremento del 19,2% tra gennaio e settembre 2024, sostenuto in particolare dal comparto alimentare. Questo risultato evidenzia una certa resilienza delle aziende locali, che continuano a cercare opportunità di crescita anche in un contesto difficile.

Prospettive future e necessità di protezione

Le prime stime relative all’impatto dei dazi prevedevano una diminuzione dell’export marchigiano verso gli Stati Uniti compresa tra il 10% e il 20%. Tuttavia, secondo Francesco Balloni, direttore della Cna Picena, è necessario rivedere queste proiezioni al ribasso. “Sebbene l’abitudine dei consumatori stranieri a riconoscere il valore del Made in Italy possa rappresentare un elemento favorevole per mantenere alta la domanda, il contesto attuale di contrazione del commercio internazionale e l’emergere di nuovi dazi rendono fondamentale proteggere le realtà locali”, afferma Balloni.

Le aziende, che hanno costruito il loro successo sull’export grazie a qualità e intraprendenza, si trovano ora a fronteggiare una situazione critica. I dazi imposti dagli Stati Uniti minacciano la competitività dei prodotti artigianali e agroalimentari marchigiani, mettendo a rischio il lavoro di anni e la reputazione costruita con fatica sul mercato internazionale.