I danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura nel 2024 sono stati quantificati in 570.642 euro per la Città metropolitana di Torino e in 4.502.611 euro per l’intero Piemonte. Le aree colpite comprendono 7.548 ettari nel Torinese e 29.162 ettari in tutta la regione. Le coltivazioni maggiormente danneggiate sono i seminativi, in particolare il mais, seguiti da prati e pascoli. Questi dati sono stati forniti dalla Coldiretti di Torino, che ha già liquidato i rimborsi per il 2023, ammontanti a 605.400 euro per il Torinese e 4.394.740 euro per il Piemonte.
Danni causati dalla fauna selvatica
Secondo quanto riportato da Coldiretti Torino, i danni più significativi si registrano nei parchi e nelle aree di divieto di caccia, principalmente a causa dei cinghiali. Seguono i caprioli e i cervi, oltre ai corvidi. Questi dati sottolineano l’entità dei costi collettivi legati alla mancata gestione del cinghiale e degli altri ungulati, in un periodo in cui è fondamentale garantire una produzione agricola locale, lontana dalle speculazioni dei mercati globali. I rimborsi, erogati dalle Regioni su delega dello Stato, non sono la soluzione ideale per gli agricoltori, come evidenziato da Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino e vicepresidente regionale. Gli agricoltori desiderano una risoluzione definitiva al problema, piuttosto che dipendere dai rimborsi pubblici.
Controllo della popolazione di cinghiali
Per quanto riguarda gli abbattimenti dei cinghiali, Coldiretti ha dichiarato che i dati attuali sono ancora lontani dagli obiettivi minimi necessari per contenere i danni e affrontare l’epidemia di Peste suina africana. Nel 2024, nel Torinese, sono stati abbattuti 8.536 cinghiali, mentre nella regione il numero totale sale a 32.405. Questi valori sono considerati insufficienti da Mecca Cici, che ha sottolineato come fosse stato concordato un target di 50.000 cinghiali da abbattere in Piemonte, di cui almeno 15.000 nella provincia di Torino. La gestione della fauna selvatica è diventata una questione cruciale per la sostenibilità dell’agricoltura locale e per la sicurezza alimentare della regione.