La situazione dell’agricoltura nel nord della Sardegna è diventata critica, con solo 5 milioni di metri cubi d’acqua disponibili a fronte di un fabbisogno di 30 milioni di metri cubi necessari per irrigare circa 5.000 ettari di terreni coltivati. Questo scenario allarmante è emerso durante un incontro tenutosi ieri, organizzato dall’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue), al quale hanno partecipato agricoltori e i rappresentanti regionali, Antonio Piu e Gianfranco Satta, rispettivamente assessori ai Lavori pubblici e all’Agricoltura.
Situazione critica dell’acqua
La Regione ha confermato il diniego all’uso di ulteriori 5 milioni di metri cubi d’acqua provenienti dalle dighe Temo e Cuga, richiesti dal Consorzio di bonifica della Nurra per “salvare il salvabile”. La limitata disponibilità idrica deve essere prioritariamente destinata all’uso potabile, aggravando ulteriormente la crisi agricola.
Interessi in conflitto
Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, ha sottolineato l’assurdità della situazione, evidenziando come il turismo, un’importante fonte di ricchezza per il territorio, stia diventando un ostacolo per l’agricoltura, un settore vitale per l’economia locale che si occupa della produzione di cibo e della tutela dell’ambiente. “È sconcertante vedere uno scontro tra interessi primari”, ha affermato Vincenzi, richiamando l’attenzione sulla necessità di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze.
Scelte difficili per gli agricoltori
Gavino Zirattu, presidente del Consorzio di bonifica della Nurra, ha avvertito che è giunto il momento di prendere decisioni difficili riguardo alle colture da salvaguardare. “Dovremo selezionare quali colture non potranno essere piantate quest’anno, con pesanti conseguenze sulla redditività del settore”, ha dichiarato Zirattu, specificando che a rischio ci sono soprattutto il mais e l’ortofrutta. A breve, il consorzio presenterà una nuova proposta alla Regione, che terrà conto della scarsa disponibilità di risorse idriche attuali.
Prospettive future
Per affrontare l’emergenza idrica, i tempi di attesa si allungano, con la conclusione dei lavori sulla condotta del bacino Coghinas prevista per marzo 2026. Questa attesa prolungata mette ulteriormente in difficoltà gli agricoltori, costretti a fronteggiare una stagione di coltivazione compromessa e a pianificare il futuro in un contesto di incertezze crescenti.