Il legame tra il cibo e la cultura italiana è profondo e radicato, come dimostra il recente studio condotto da Federalimentare e Censis. Secondo il Secondo Rapporto “Cibo e libertà. Binomio inscindibile nello stile di vita italiano”, presentato il 2 dicembre 2025 durante un convegno alla Camera dei Deputati, il 93,2% degli italiani considera il cibo un elemento fondamentale della propria cultura. Questo dato evidenzia come gli alimenti non siano solo una questione di nutrizione, ma anche un simbolo dell’identità collettiva e delle tradizioni locali che caratterizzano il Made in Italy.
Il valore del cibo nell’identità italiana
Durante l’evento, il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Luigi D’Eramo, ha sottolineato l’importanza di mantenere e rafforzare la presenza italiana sui mercati internazionali, in particolare in un momento di tensioni commerciali come quello attuale, con i dazi imposti dagli Stati Uniti. D’Eramo ha affermato che è essenziale semplificare le normative per garantire una competizione equa con altri Paesi, proteggendo così le produzioni e i prodotti italiani dagli attacchi, come quello del Nutriscore. Ha descritto il Made in Italy come un ambasciatore della cultura italiana nel mondo, capace di coniugare valori come qualità, rispetto per l’ambiente e sostenibilità.
Libertà di scelta e industria alimentare
Il rapporto mette in luce anche il ruolo cruciale dell’industria alimentare italiana nel garantire la libertà di scelta degli italiani. Il 93% dei cittadini ritiene che sia grazie alla vasta gamma di prodotti sani e di qualità che l’industria alimentare offre, che possono esercitare questa libertà. Questo settore è in grado di fornire un’alimentazione democratica e accessibile, che unisce tradizione e innovazione senza demonizzare alcun aspetto del cibo. Inoltre, il 90,7% degli italiani riconosce che la libertà di scegliere cosa mangiare è un segno di maggiore consapevolezza alimentare.
Risultati economici e sfide future
Il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha evidenziato il valore dell’industria alimentare, che rappresenta la principale manifattura del Paese, con un fatturato vicino ai 200 miliardi di euro e un nuovo record di export pari a 57 miliardi di euro, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Mascarino ha attribuito questi successi agli imprenditori italiani, che, nonostante le incertezze economiche globali, hanno continuato a investire nella produzione di cibo di alta qualità e sicurezza.
Il rapporto, quindi, non solo celebra l’importanza del cibo nella cultura italiana, ma mette anche in evidenza le sfide e le opportunità future per un settore che continua a dimostrare resilienza e innovazione.