Global mixology: Cinzano, Campari e Caffo, la Gen Z scopre il gin

Cessione di Cinzano a Caffo 1915 e aumento del consumo di alcol tra la generazione Z: analisi delle tendenze nel mercato dei cocktail e del gin.

Bar, mixology e cocktail – La recente vendita della storica Cinzano da Campari a Caffo 1915 ha attirato l’attenzione anche a livello internazionale. Sorprendentemente, i membri della generazione Z si comportano come le generazioni precedenti in termini di consumo di alcol, a patto di avere le risorse finanziarie per farlo. In questo articolo, esploreremo le ultime novità dal mondo dei cocktail e dei distillati, come riportato dai media globali.

Campari cede Cinzano a Caffo 1915

La notizia della cessione del marchio di vermouth Cinzano da parte di Campari a Caffo 1915 per 100 milioni di euro sta facendo il giro del mondo. Questa operazione, riportata anche da Global Drinks Intel, rientra in una strategia più ampia di ridimensionamento del portafoglio di Campari, che mira a focalizzarsi su marchi con migliori prospettive di crescita. Cinzano, fondato nel 1757, era stato acquisito da Campari nel 1999 da Diageo.

Con l’accordo, Caffo 1915, noto per i suoi prodotti come Vecchio Amaro del Capo, acquisirà anche gli spumanti Cinzano, oltre a grappe e prosecco Frattina, precedentemente integrati nel gruppo milanese nel 2014. Resteranno invece a Campari gli stabilimenti di produzione in Italia e Argentina. Si prevede che l’operazione si concluda entro la fine dell’anno. Nel 2024, i marchi Cinzano e Frattina hanno generato un fatturato netto combinato di 75 milioni di euro.

La generazione Z e il consumo di alcol

Contrariamente a quanto sostenuto da alcune analisi di mercato che evidenziano una propensione alla sobrietà tra i giovani, recenti ricerche indicano che i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012 consumano alcolici come le generazioni precedenti, soprattutto quando iniziano a lavorare e guadagnare. Un sondaggio condotto da IWSR e riportato da Drinks International suggerisce che la mancanza di disponibilità economica, piuttosto che una vera scelta di sobrietà, è il fattore che tiene lontani i giovani dall’alcol per un certo periodo.

È evidente che la moderazione sta diventando una tendenza crescente tra i consumatori di tutte le età, con le differenze di consumo tra le generazioni che si stanno riducendo. La percentuale di giovani della generazione Z in età legale che ha consumato alcolici negli ultimi sei mesi è aumentata dal 66% nel marzo 2023 al 73% nel marzo 2025. Questo incremento è particolarmente significativo in mercati chiave come gli Stati Uniti, dove la percentuale è passata dal 46% al 70%, e nel Regno Unito, dove è salita dal 66% al 76%.

Secondo gli analisti di IWSR, l’aumento del consumo di alcol tra i giovani coincide con l’ingresso di un numero crescente di ragazzi della generazione Z nel mondo del lavoro, dimostrando una chiara correlazione tra disponibilità economica e consumi di alcolici, specialmente in un contesto economico difficile come quello post-Covid.

Il panorama del gin: vincitori e vinti

Negli ultimi anni, il gin si è affermato come il distillato più popolare a livello globale, con un incremento del 2% previsto per il 2024, secondo i dati di IWSR. Tuttavia, non tutti i produttori beneficiano di questa crescita. The Spirits Business ha analizzato i dati del report “The brand champions 2025” per identificare i marchi di gin che stanno prosperando e quelli che stanno perdendo terreno.

Il leader indiscusso del mercato è Gordon’s, appartenente a Diageo, che ha registrato un aumento del 9,5%, raggiungendo 7,7 milioni di casse da 9 litri. Al secondo posto, troviamo Bombay Sapphire (gruppo Bacardi) e Tanqueray (Pernod Ricard), entrambi fermi a 4,4 milioni di casse, ma in calo rispettivamente del 4,6% e del 6,4%. Beefeater, sempre di Pernod Ricard, si mantiene quarto con 3,3 milioni di casse, ma ha subito un calo del 3,2%.

Tra le note positive per Pernod Ricard si segnala Seagram’s, che ha visto un incremento del 1% a 2,1 milioni di casse. Barrister (gruppo Ladoga) ha guadagnato due posizioni, con un balzo del 18,2% che lo porta a 1,3 milioni di casse. Larios (Suntory Global Spirits) rimane settimo, ma ha registrato una diminuzione del 9,8% con 1,1 milioni di casse, mentre Gilbey’s (Diageo) avanza di una posizione nonostante un calo del 4,8% a 1 milione di casse.