Il settore birrario italiano, dopo un periodo di espansione durato dieci anni, ha registrato nel 2024 un calo significativo in diversi indicatori chiave. Secondo i dati riportati nell’Annual Report 2024 di AssoBirra, l’Associazione di riferimento per il comparto, la produzione è diminuita dell’1,27%, attestandosi a 17,2 milioni di ettolitri. Anche i consumi hanno subito una contrazione, con un -1,54% che porta il totale a 21,5 milioni di ettolitri. Le esportazioni hanno visto un decremento del 7,82%, mentre le importazioni sono scese del 4,95%. Nonostante queste difficoltà, il settore continua a dimostrare la propria resilienza, investendo circa 100 milioni di euro ogni anno in innovazione e sostenibilità.
Presentazione del rapporto annuale a Roma
Il 2024 ha visto la presentazione dell’Annual Report di AssoBirra a Roma, un evento che ha rappresentato un’importante opportunità per rinnovare il dialogo con le istituzioni e le associazioni del settore. Durante l’incontro, sono stati evidenziati i principali ostacoli che il comparto deve affrontare per una ripresa efficace. Tra questi, il peso delle accise, che nel 2024 ha raggiunto la cifra record di 714 milioni di euro, con un incremento di oltre 20 milioni rispetto all’anno precedente. Questa tassazione rappresenta un ulteriore fardello per un settore già sotto pressione, limitando la capacità delle aziende di investire e crescere.
Il settore birrario italiano gioca un ruolo cruciale nell’economia nazionale, contribuendo con un valore condiviso di 10,6 miliardi di euro, equivalente allo 0,51% del PIL, e generando oltre 100 mila posti di lavoro in 1.016 realtà tra birrifici, microbirrifici e malterie. Questo contesto economico e occupazionale sottolinea l’importanza di politiche fiscali più favorevoli e di un ambiente normativo che possa supportare la crescita del comparto.
Le richieste del presidente di AssoBirra
Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra, ha sottolineato la resilienza del settore, capace di affrontare condizioni economiche e normative complesse. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di un alleggerimento strutturale della fiscalità e di una semplificazione delle normative vigenti. Pratolongo ha ribadito l’importanza di un accesso più efficace ai fondi destinati all’innovazione, affinché le imprese italiane possano competere su un mercato globale sempre più sfidante.
La pressione fiscale rappresenta un elemento critico che rischia di penalizzare ulteriormente le aziende nazionali, favorendo l’importazione di birra da Paesi con regimi fiscali più vantaggiosi. Per questo motivo, il presidente ha lanciato un appello per un impegno concreto da parte delle istituzioni, affermando che una filiera interamente italiana è possibile solo se supportata da politiche coerenti e favorevoli al suo sviluppo.
Il futuro del settore birrario italiano dipenderà quindi dalla capacità di affrontare queste sfide e di sfruttare le opportunità che l’innovazione e la sostenibilità possono offrire.