Il vino dealcolizzato: opportunità di mercato per le aziende italiane e necessità di corretta etichettatura

Il vino dealcolizzato: opportunità di mercato per le aziende italiane e necessità di corretta etichettatura - Fornelliditalia.it

Il vino dealcolizzato sta emergendo come una nuova frontiera per il mercato vitivinicolo italiano, offrendo alle aziende la possibilità di esplorare segmenti di mercato in crescita. Tuttavia, la questione dell’etichettatura gioca un ruolo cruciale, con raccomandazioni precise da parte di CITTÀ DEL VINO per una comunicazione chiara e trasparente verso il consumatore.

La proposta di Città del Vino

Un passo in avanti per il settore

A seguito delle recenti normative introdotte dal ministero dell’Agricoltura, il presidente di CITTÀ DEL VINO, Angelo Radica, celebra le nuove possibilità per i produttori italiani, che ora potranno praticare la dealcolizzazione parziale o totale. Questa modifica normativa rappresenta una prima importante apertura verso le pratiche già esistenti in altri Paesi, cruciali per la competitività internazionale. La capacità di proporre vini dealcolizzati consentirà ai produttori italiani di accedere a mercati dove la cultura del consumo alcolico è limitata, aprendo nuove opportunità di business.

Importanza della comunicazione

Tuttavia, CITTÀ DEL VINO avverte dell’importanza di una comunicazione trasparente nella presentazione dei nuovi prodotti. Il suggerimento di etichettare questi vini come “bevande ottenute da uve” invece di “vino” è un invito a riflettere sulle implicazioni legali e culturali che accompagnano questi cambiamenti. La chiarezza in etichetta è fondamentale non solo per rispettare la normativa, ma anche per proteggere il consumatore e guidarlo nella scelta consapevole.

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Il decreto e la tutela delle tradizioni

Un equilibrio tra innovazione e tradizione

Il decreto recentemente promulgato è descritto da CITTÀ DEL VINO come una “equilibrata mediazione” per soddisfare le nuove esigenze di mercato, mantenendo al contempo l’autenticità dei vini italiani. Esso introduce regole che salvaguardano le caratteristiche fondamentali dei vini DOP e IGP, vietando la dealcolizzazione per questi prodotti di qualità. La decisione di preservare le tradizioni vitivinicole italiane è fondamentale per mantenere il richiamo e la reputazione dei vini nel mercato globale.

Provenienza e legame col territorio

L’associazione ha anche sottolineato l’importanza di specificare la provenienza del prodotto, garantendo che il legame con il territorio d’origine sia sempre evidenziato. Questo non solo valorizza l’unicità del vino italiano, ma rassicura i consumatori sull’origine e sulla qualità del prodotto. Comunicare chiaramente questi aspetti è essenziale per evitare confusione tra i consumatori e mantenere la fiducia nel brand italiano.

I potenziali effetti del vino dealcolizzato

Rischi e considerazioni per i consumatori

Un altro punto sollevato da CITTÀ DEL VINO riguarda i possibili effetti negativi del consumo di vino dealcolizzato se non viene fatto in modo corretto. Poiché l’alcol agisce come un conservante naturale, la sua assenza può alterare la stabilità del prodotto. Pertanto, è cruciale che i produttori comunichino efficacemente ai consumatori le modalità di consumo e conservazione di queste bevande.

Educazione del consumatore

Educare i consumatori sulle differenze fondamentali tra vino classico e vino dealcolizzato è quindi di vitale importanza. L’associazione suggerisce campagne di sensibilizzazione per spiegare le caratteristiche, il sapore e i potenziali lati negativi di un consumo inappropriato di vino dealcolizzato, in modo che i consumatori possano fare scelte informate.

Il vino dealcolizzato rappresenta così un’opportunità di crescita per il panorama vitivinicolo italiano, ma richiede un impegno collettivo per garantire che le nuove pratiche siano accompagnate da una comunicazione chiara ed efficace, preservando al contempo l’eredità vitivinicola nazionale.

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