I costi del riso in Giappone continuano a salire, un trend che si protrae per la tredicesima settimana consecutiva. Questo alimento fondamentale per la dieta giapponese ha visto un’impennata dei prezzi al dettaglio, nonostante l’arrivo delle riserve di emergenza governative nei supermercati. La situazione è diventata critica, simile a quella delle uova negli Stati Uniti.
Prezzi e scorte governative
Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Agricoltura giapponese, il prezzo medio al dettaglio per una confezione da 5 chilogrammi di riso ha raggiunto i 4.206 yen, equivalenti a circa 26,25 euro. Questo rappresenta un incremento dello 0,2% rispetto alla settimana precedente, con circa 1.000 supermercati coinvolti nel sondaggio. Nonostante il rilascio di 21 tonnellate di scorte governative nella stessa settimana, le aspettative di un abbassamento dei prezzi non sembrano realizzabili nel breve termine. Infatti, il prezzo attuale è più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e molti rivenditori non prevedono una diminuzione imminente. Gli esperti del settore segnalano che le scorte governative a basso costo sono già esaurite in molti negozi, mentre le varietà più costose continuano a rimanere sugli scaffali. Taku Eto, il Ministro dell’Agricoltura, ha annunciato che il governo rilascerà ulteriori scorte di riso ogni mese fino alla fine di luglio, con l’obiettivo di stabilizzare i prezzi in crescita. Ha spiegato che l’aumento è in parte dovuto al fatto che famiglie e imprese stanno accumulando grandi riserve per timore di un possibile esaurimento del prodotto.
Fattori che contribuiscono all’aumento dei prezzi
L’aumento dei prezzi ha preso piede durante l’estate scorsa, in coincidenza con l’allerta riguardante un possibile mega-terremoto nella Fossa del Nankai, una zona situata a sud della costa giapponese, che include Tokyo. Questo ha generato panico tra i cittadini, spingendoli a fare scorte. A complicare ulteriormente la situazione, ci sono stati diversi fattori che hanno contribuito a quella che è stata definita “la tempesta perfetta“. Tra questi, un raccolto deludente a causa del caldo estremo dell’estate 2023, l’afflusso senza precedenti di turisti nel Paese e le speculazioni da parte degli intermediari, i quali hanno accumulato il prodotto anticipando ulteriori aumenti dei prezzi.