Il 10 novembre 2025 segnerà un momento cruciale per la cucina italiana, poiché verrà reso pubblico l’esito della valutazione tecnica del dossier di candidatura per il riconoscimento da parte dell’Unesco. Questa valutazione, che avverrà a pochi giorni dall’importante incontro previsto a dicembre in India, rappresenta un passo fondamentale per il futuro della tradizione culinaria italiana.
Il dossier di candidatura e la sua importanza
Il dossier, redatto da Pier Luigi Petrillo, professore presso Luiss e Unitelma Sapienza, non si limita a presentare la cucina italiana come un insieme di piatti, ma esplora l’idea più ampia che il cibo rappresenti l’identità culturale di un popolo. Durante la discussione a Nuova Delhi, il comitato dell’Unesco esaminerà non solo il contenuto del dossier, ma anche la filosofia che ne sta alla base. Petrillo sottolinea che il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’umanità sarebbe un evento senza precedenti, in quanto rappresenterebbe la prima volta che viene conferito un simile onore a una cucina nel suo complesso, piuttosto che a singole pratiche o tradizioni.
Il professor Petrillo si mostra ottimista riguardo all’esito del confronto internazionale, evidenziando come il dossier metta in luce il significato culturale della cucina italiana. Questa è vista non solo come un semplice atto quotidiano, ma come un mosaico di diversità che arricchisce la cultura nazionale. La candidatura, quindi, non è solo un riconoscimento della tradizione culinaria, ma anche un’affermazione di valori culturali che uniscono le persone attraverso il cibo.
Il sondaggio dell’Unesco e la percezione del cibo come patrimonio culturale
In concomitanza con la valutazione del dossier, l’Unesco ha avviato un sondaggio attraverso il proprio canale WhatsApp, chiedendo agli utenti di esprimere cosa associassero al concetto di patrimonio immateriale. Le risposte più comuni hanno rivelato che la maggior parte delle persone pensa immediatamente a “tradizioni alimentari”. Questo risultato ha sorpreso lo stesso Petrillo, il quale ha ricordato come, nel 2003, quando iniziò a seguire la Convenzione Unesco, fosse difficile far comprendere l’importanza del legame tra cibo e cultura.
La prima affermazione significativa in questo ambito è stata la candidatura della Dieta Mediterranea, che ha ottenuto il riconoscimento come pratica alimentare. Da quel momento, quasi il 10% dei riconoscimenti Unesco è legato al cibo, evidenziando un cambiamento nella percezione collettiva del valore culturale del cibo. Petrillo conclude che il sondaggio attuale dimostra come questo valore sia ormai condiviso e riconosciuto dalla società.
Il 10 novembre si avvicina e l’attenzione è alta, con la speranza che la cucina italiana possa finalmente ottenere il riconoscimento che merita, portando con sé un messaggio di unità e identità culturale.
