La geo-referenzazione nel vino italiano: un passo verso l’eccellenza e l’identità dei territori

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L’attenzione per il legame tra vino e territorio si fa sempre più forte in Italia, parallelamente a quanto già avviene in Francia. La crescente enfasi sulla geo-referenzazione, attraverso le denominazioni di origine controllata e controllata e garantita , rappresenta una tendenza che è diventata fondamentale per i produttori e per i consumatori. La recente introduzione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive permette di evidenziare aree specifiche all’interno delle denominazioni più ampie. Questo fenomeno verrà approfondito in eventi specializzati, come il “Appuntamento Soave” a Verona. Scopriamo insieme le novità che queste pratiche comportano per il mondo del vino.

Le menzioni geografiche aggiuntive: un’opportunità per i produttori

Cosa sono le MeGA e come funzionano

Le Menzioni Geografiche Aggiuntive rappresentano una novità importante nel panorama vitivinicolo italiano. Queste nuove menzioni permettono di specificare zone più ristrette all’interno di una denominazione di origine controllata, dando un’identità e una riconoscibilità al vino prodotto in aree particolari. La legislazione italiana, infatti, autorizza l’utilizzo delle MeGA come strumenti per promuovere le caratteristiche distintive delle sottozone vitivinicole, rispondendo così a una domanda sempre più forte da parte di un pubblico di consumatori e appassionati di vino.

La creazione delle MeGA non è solo un modo per diversificare l’offerta produttiva, ma anche un’importante occasione di valorizzazione della tradizione enologica nazionale. Ogni area presenta un complesso di caratteristiche geologiche, climatiche e culturali che influenzano la cultura vinicola locale e che possono ora essere identificate in modo specifico attraverso l’etichetta del vino. Così, per i produttori, questo non solo rappresenta un’opportunità di marketing, ma anche una maniera per differenziarsi in un mercato sempre più competitivo.

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L’importanza della comunicazione e promozione

In un contesto in cui i consumatori diventano sempre più esperti e selettivi, comunicare in modo efficace queste nuove identificazioni geografiche diventa cruciale. Eventi come il “Appuntamento Soave” saranno un’occasione per educare i consumatori sui nuovi vini e sulla loro provenienza, migliorando la comprensione delle differenti MeGA. Attraverso tour e degustazioni, i visitatori avranno la possibilità di assaporare vini provenienti da aree specifiche, apprezzandone le differenze e le unicità. Questa iniziativa non solo stimolerà il mercato locale, ma contribuirà anche a una maggiore consapevolezza del valore del patrimonio vitivinicolo italiano.

L’alta qualità dei vini italiani: gli Icon Wines e il Nobile di Montepulciano ‘Pieve’

Gli Icon Wines dell’Alto Adige

A inizio ottobre, il Consorzio Vini Alto Adige ha presentato il progetto degli Icon Wines, che rappresentano l’eccellenza delle sei sottozone della DOC Alto Adige. Questo progetto si propone di mettere in luce i vini di alta qualità provenienti da questa regione, celebrando le specificità delle sottozone da cui provengono. L’idea di creazione di vini emblematici, che rispecchiano la grande versatilità e la tradizione vitivinicola di questo territorio, punta a conquistare i palati anche dei più esigenti cultori del vino.

Gli Icon Wines non solo differenziano la produzione, ma creano anche un collegamento emotivo con il territorio. Ogni vino racconta una storia e riflette le caratteristiche uniche della sua origine, dalla varietà di uva utilizzata alle tecniche di vinificazione, fino ad arrivare alle tradizioni locali. La presentazione di questi vini avrà un notevole impatto sul mercato, fungendo da catalizzatore per l’interesse verso la viticoltura di qualità dell’Alto Adige.

Il Nobile di Montepulciano “Pieve”: un’innovazione storica

Per quanto riguarda il Nobile di Montepulciano, si attende una significativa novità con l’introduzione della nuova tipologia “Pieve“. Questa menzione rappresenta un riconoscimento di ben 12 zone storiche della produzione vitivinicola poliziana. Il “Pieve” debutterà sul mercato con circa 300 mila bottiglie dall’annata 2021, mentre si prevede una produzione di oltre 700 mila bottiglie per l’annata 2022, pari a circa il 10% della produzione totale di Vino Nobile di Montepulciano.

Il lancio di questa nuova tipologia testimonia l’impegno dei produttori locali nel valorizzare e proteggere la storia e le tradizioni del vino italiano, senza dimenticare la necessità di adattamento alle richieste del mercato. Luca Tiberini, vice presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, evidenzia come “il focus sulla qualità e la pronta disponibilità del vino, dopo 36 mesi di maturazione, possa garantire un prodotto godibile anche per i consumatori impazienti.” Questa strategia, che implica un investimento a lungo termine, è concepita per mantenere viva l’attenzione su uno dei vini più storici e rinomati della tradizione vitivinicola italiana.

Questa nuova era di geo-referenzazione e specializzazione non solo arricchisce l’offerta dei vini italiani, ma dimostra anche come storia e innovazione possano coesistere per la promozione di un patrimonio culturale unico.

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