La Malvasia, vitigno senza confini temporali e geografici, continua a rappresentare una delle varietà più affascinanti nel panorama vitivinicolo. Secondo Attilio Scienza, esperto dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, questo vitigno è considerato “nomade” e ha radici storiche che si intrecciano con la cultura e il commercio. Un esempio emblematico è il compenso ricevuto da Leonardo da Vinci per il suo capolavoro ‘L’ultima cena’, ovvero una vigna a Milano con uve Malvasia. In Italia, nel 2025, si contano ben 19 tipologie di Malvasia, molte delle quali risalgono alla colonizzazione greca e ai commerci tra l’Oriente e le repubbliche marinare di Venezia e Genova. Un’importante scoperta archeologica a Salina, che ha portato alla luce vinaccioli risalenti al XII secolo a.C., testimonia le prime coltivazioni di questo vitigno, prima della distruzione del villaggio ad opera degli Ausoni, antica popolazione dell’età del bronzo nel sud Italia.
Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha aperto una due giorni di lavori interistituzionali il 12 e 13 gennaio 2025, promossa dalla Camera di Commercio di Messina e dal Mirabilia Network, in collaborazione con Ais Sicilia. L’evento si è svolto nelle isole di Panarea e Salina, con l’obiettivo di valorizzare il vitigno Malvasia, noto per la produzione di vini secchi e dolci, sempre più apprezzati sul mercato. La Doc Malvasia delle Lipari, istituita nel 1973, ha contribuito a promuovere una viticoltura eroica su 80 ettari nelle Eolie.
Strategie per l’enoturismo in Sicilia
Il marchio ‘Malvasia senza confini’ e MEdoc, che si riferisce alle tre denominazioni siciliane di Malvasia, Mamertino e Faro, sono stati registrati per incentivare l’enoturismo e ampliare la stagione turistica. Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio di Messina, ha sottolineato l’importanza di queste iniziative. Roberta Garibaldi, esperta di enoturismo, ha evidenziato il supporto dell’Unione Europea, che ha spinto molti consorzi a mettere in atto azioni promozionali. Grazie alla campagna Ocm vino, molte aziende, incluse quelle più piccole, hanno avuto l’opportunità di crescere nel settore. Un dato significativo emerso è che il 77% degli italiani ha partecipato ad almeno un’esperienza di enoturismo in una cantina negli ultimi tre anni, riconoscendo il vino come un prodotto identitario del Paese.
Formazione e sviluppo delle competenze
L’Università di Messina, oltre a riproporre il corso di laurea in Scienze Enogastronomiche, attualmente attivo anche a Noto, prevede l’avvio di nuovi programmi formativi. La rettrice Giovanna Spatari ha annunciato l’intenzione di formare professionisti specializzati nella validazione e certificazione delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli alimenti. Questo include anche la sicurezza dell’intera filiera agroalimentare, con valutazioni microbiologiche e chimico-fisiche. L’obiettivo è creare sinergie che permettano ai giovani di trovare opportunità lavorative sul territorio, contribuendo così alla crescita economica della regione.
Collaborazione tra istituzioni e aziende
La rete di collaborazione tra istituzioni, imprese, associazioni ed enti di ricerca è fondamentale per il progetto ‘Malvasia senza confini’. Angelo Tortorelli, amministratore unico di Mirabilia Network, ha ribadito l’importanza di unire le forze per sostenere la produzione di questo vitigno. Giusi Mistretta, presidente dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, ha concluso sottolineando che il futuro del settore passa attraverso il supporto alla viticoltura e all’enoturismo. Le aziende familiari, spesso gestite da giovani che credono nel potenziale del territorio, rappresentano una risorsa preziosa per far crescere questa tradizione vitivinicola.