A Gubbio, presso il Park Hotel ai Cappuccini, è stato ufficialmente presentato il progetto SPUM.E , un’iniziativa che si propone di analizzare la sostenibilità ambientale, economica e sociale della produzione di spumante nelle aree montane dell’Appennino Eugubino-Gualdese. Finanziato dalla Regione Umbria attraverso il Programma di Sviluppo Rurale e realizzato dall’Università degli Studi di Milano, il progetto si inserisce nel contesto della viticoltura di montagna, un settore in crescita e sempre più interessante nell’ambito della vitivinicoltura italiana.
Il contesto viticolo dell’Umbria: opportunità e sfide
La viticoltura in quota
L’Umbria è una regione che si distingue per la sua varietà di paesaggi e per la presenza di aree coltivabili situate in quota. Oltre il 25% della superficie regionale si trova a un’altitudine superiore ai 600 metri sul livello del mare, offrendo così un potenziale significativo per la viticoltura. Secondo il professor Leonardo Valenti, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano, le zone montane potrebbero essere la risposta ideale per affrontare le sfide imposte dai cambiamenti climatici. Il professore ha evidenziato come la freschezza del clima e le minori esigenze idriche possano contribuire a una produzione di spumanti di alta qualità, rispettando al contempo l’ecosistema montano.
Sostenibilità e rilancio economico
SPUM.E non è solo un progetto di viticoltura, ma anche un’iniziativa ambiziosa per il rilancio dell’economia rurale in territori colpiti da abbandono e spopolamento. Marco Caprai, amministratore delegato dell’Azienda agricola Arnaldo Caprai, ha sottolineato che i terreni un tempo considerati inadeguati per la viticoltura stanno ora mostrando un potenziale sorprendente. «Terreni abbandonati da decenni possono oggi diventare protagonisti», ha affermato, poiché i cambiamenti climatici stanno ridisegnando le dinamiche locali.
Il vigneto sperimentale di spumanti: metodologie e risultati
Creazione e gestione del vigneto
Il progetto SPUM.E ha visto l’installazione di un vigneto sperimentale di 6 ettari tra il 2017 e il 2019, con piantagioni di vitigni come Chardonnay e Pinot Nero, che si sono dimostrati ideali per la produzione di spumanti Metodo Classico. Questi vitigni, coltivati nelle altitudini dell’Appennino Eugubino, hanno fornito risultati incoraggianti, con analisi sensoriali che hanno rivelato una qualità superiore delle uve rispetto a quelle coltivate a bassa quota.
Analisi e collaudi dei primi spumanti
Gabriele Cola, ricercatore dell’Università di Milano, ha confermato che le condizioni ambientali in quota favoriscono un’ottimale maturazione delle uve, portando a vendemmie più tardive e minori consumi idrici. «La qualità delle uve coltivate in alta quota risulta migliore», ha affermato Cola, suggerendo che la spumantizzazione in queste aree montane ha il potenziale per diventare un pilastro importante della vitivinicoltura umbra.
Prospettive future per la spumantistica umbra
Verso un distretto della spumantistica
I risultati positivi ottenuti dal progetto SPUM.E aprono la strada alla creazione di un distretto della spumantistica in Umbria. Le aziende partner del progetto, come Arnaldo Caprai e Semonte, stanno già preparando il lancio dei loro primi spumanti Metodo Classico, programmato per il Vinitaly del 2025. Giovanni Colaiacovo, titolare dell’azienda agricola Semonte, ha descritto il recupero delle zone montane abbandonate come un’opportunità sia per i giovani che per l’economia rurale, contribuendo a dare nuova vita a territori storicamente ricchi di tradizioni vitivinicole.
Impatti socio-economici e sostenibilità
Il progetto, come sottolineato dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha un valore intrinseco legato alla sostenibilità e alla potenzialità di rilanciare territori marginali. Per la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, SPUM.E rappresenta una grande opportunità per rivitalizzare l’intera regione, rendendo l’Umbria ancora più riconoscibile nel panorama vitivinicolo nazionale e internazionale.
Il progetto SPUM.E, con le sue ambizioni e potenziale, si sta configurando come un’importante iniziativa per il futuro della viticoltura regionale, capace di unire tradizione e innovazione in un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità.