Pastori sardi manifestano con trattori: “Ci mancavano solo i dazi”

La manifestazione dei pastori e agricoltori sardi contro i dazi americani e il ritardo nei pagamenti comunitari ha coinvolto 250 veicoli, evidenziando la crisi del settore agroalimentare.

Oggi, 25 gennaio 2025, un’importante manifestazione ha avuto luogo lungo la statale 131, nell’Oristanese, coinvolgendo circa 250 veicoli tra trattori e automobili, rappresentanti di pastori e agricoltori sardi. Il corteo ha sollevato interrogativi cruciali riguardo ai dazi imposti dall’amministrazione Trump, che colpiscono duramente il settore agroalimentare dell’isola. Gianuario Falchi, uno dei leader della protesta, insieme a Nenneddu Pala, noto come uno dei ‘pastori senza bandiere’, ha espresso la preoccupazione per le conseguenze di queste misure. La Sardegna, infatti, è la regione italiana che più dipende dagli acquisti americani, in particolare per il suo prodotto di punta, il Pecorino romano, ricavato dal latte di pecora.

Traffico rallentato ma senza blocchi

Durante la manifestazione, il traffico sulla principale arteria viaria che collega il sud e il nord della Sardegna ha subito rallentamenti, ma i manifestanti hanno ottenuto l’autorizzazione a occupare solo una corsia, permettendo così agli altri mezzi di circolare. La lunga colonna di trattori e auto, proveniente da diverse località dell’isola, ha percorso la statale Carlo Felice per confluire nella zona industriale di Terralba, dove la protesta si è conclusa. Negli ultimi giorni, il malcontento tra i produttori sardi è aumentato a causa del ritardo nell’arrivo dei premi comunitari e nazionali, attesi da mesi e che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose aziende. Gli agricoltori puntano il dito contro la Regione e l’organismo pagatore Argea.

Le promesse non mantenute e la confusione sui pagamenti

Gianuario Falchi ha sottolineato l’attesa per il decreto promesso dall’assessore regionale Gianfranco Satta, che avrebbe dovuto garantire 45 milioni di euro, ma che si è ridotto a soli 12 milioni. “Qui stanno dando i numeri e confondendo soltanto la gente”, ha affermato Falchi, denunciando anche la comunicazione di Argea alle aziende riguardo presunte anomalie nelle pratiche di pagamento. Nonostante le rassicurazioni ricevute, la situazione rimane critica e i produttori si trovano a dover affrontare nuove difficoltà.

Prossime azioni di protesta

La determinazione dei manifestanti non sembra affievolirsi. Falchi ha annunciato la possibilità di occupare gli aeroporti dell’isola se non arriveranno risposte concrete dalla Regione. “Per noi è una questione vitale, tanto quanto lo fu la battaglia per il giusto prezzo del latte“, ha concluso, evidenziando la gravità della situazione per il settore agroalimentare sardo. La mobilitazione dei pastori e degli agricoltori continua, con l’intento di far sentire la propria voce e ottenere il supporto necessario per affrontare le sfide economiche attuali.