La produzione di riso in Italia per la campagna 2024/25 segna una crescita limitata nonostante l’espansione delle superfici dedicate alla coltivazione. Secondo le ultime analisi dell’Ente Risi, il settore risente di eventi climatici avversi che hanno compromesso le rese, soprattutto per varietà specifiche come il Lungo B. Questo scenario complesso solleva interrogativi sul futuro dell’intero comparto risicolo.
Riso italiano: superfici coltivate in aumento
Nel 2024 si è registrato un aumento dell’8% rispetto alla campagna precedente delle superfici coltivate a riso. Nonostante questo incremento significativo, la produzione si prevede solo in lieve crescita del 3%. Le ragioni di questa contraddizione risiedono nei diversi fattori che influenzano la produzione risicola. L’entità della superficie coltivata si traduce in più terreni disponibili per la semina. Tuttavia, le rese per ettaro non sono aumentate proporzionalmente, creando un importante divario tra superficie e produzione finale.
Durante il convegno “Mercato, innovazione, clima: strategie per il futuro del riso italiano” organizzato da Aretè, si è discusso di questa situazione complessa. I partecipanti hanno messo in evidenza come l’incerto clima rappresenti una delle cause principali della difficoltà del settore. In particolare, sono stati analizzati i trend del mercato e le dinamiche agricole, evidenziando l’importanza di strategie innovative per affrontare le sfide future. La necessità di valutazioni permanenti delle pratiche agricole diviene cruciale per garantire una resa soddisfacente, in un contesto mutevole e spesso imprevedibile.
Cause della diminuzione della produzione
La rallentata crescita della produzione risicola in Italia è principalmente dovuta a condizioni climatiche avverse che hanno ostacolato il ciclo vegetativo delle piante. Eventi come piogge irregolari e ondate di calore in fasi critiche hanno influenzato negativamente la produttività. La fioritura e la maturazione sono momenti delicati per il riso; perturbazioni in questi stadi vitali possono portare a rese significativamente inferiori.
In particolare, la varietà Lungo B ha subito un drastico calo della produzione, con una riduzione del 12%. La varietà ha risentito di stress ambientali, impattando su fioritura e qualità del chicco. Tali fattori climatici non solo influenzano quantitativamente le produzioni, ma possono anche compromettere la qualità del riso, aspetto non trascurabile per il mercato di riferimento che richiede standard elevati.
Le previsioni future per il comparto risicolo indicano la necessità di adottare pratiche agricole più resilienti, in grado di affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. L’innovazione tecnologica e la sostenibilità diventano quindi elementi chiave per migliorare la produzione e garantire che il settore possa adattarsi a un contesto ambientale sempre più difficile da prevedere.
Le interviste con esperti del settore e le analisi di mercato rivelano la necessità di un approccio proattivo, capace di rispondere alle variegate esigenze produttive mentre si affrontano le sfide imposte dal cambiamento climatico.
