Epidemie avverse stanno colpendo in modo massiccio il patrimonio ovi-caprino della Sardegna, con casi di lingua blu che continuano a diffondersi vorticosamente. Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, a fronte di un numero crescente di contagi e decessi, i produttori locali si trovano a fronteggiare anche consistenti perdite economiche legate alla malattia.
La diffusione dell’epidemia in Sardegna
Aumentano i contagi e le vittime
Le statistiche più recenti rivelano un quadro allarmante: quasi 2.000 focolai di lingua blu sono stati registrati sull’isola, con un numero di ovini morti che supera le 8.500 unità, su un totale di 65.259 contagi. Questi dati confermano che l’epidemia sta colpendo duramente il settore, incrementando continuamente il tasso di mortalità degli animali. I maggiori focolai sono stati riscontrati in provincia di Oristano, dove nel solo ultimo week-end il numero di ovini morti è schizzato da 536 a 1.136, segnando un incremento di oltre il 115%. Le stesse informazioni evidenziano un aggravamento della situazione sanitaria nell’intera regione.
I focolai di lingua blu: picchi nelle province
Oltre a Oristano, anche altre province presentano dati preoccupanti. Nel Sassarese si registrano 388 focolai, seguono il Nuorese con 369, il Cagliaritano con 271, il Sulcis con 170, il Medio Campidano con 157, la Gallura con 126 e l’Ogliastra con 78. Questa distribuzione geografica mostra un impatto profondo su tutta l’isola, mettendo sotto pressione il sistema sanitario veterinario e i produttori. Il Servizio di Sanità Animale della ASL sta lavorando incessantemente per contenere la malattia, ma la situazione rimane critica.
Le conseguenze economiche per il settore ovino
Impatto sulle produzioni e sugli allevatori
Le perdite economiche legate al virus della lingua blu non si limitano solo alla mortalità degli animali. L’epidemia ha causato anche la morte di centinaia di feti, con conseguenze dirette sulla produzione di latte. Il crollo della natalità influisce pesantemente sull’attività degli allevatori, determinando non solo perdite immediate, ma anche un effetto a lungo termine sul mercato ovino. La situazione sanitaria aggravata dalla mancanza di un vaccino autorizzato per il sierotipo BTV3, attualmente il più diffuso in Sardegna, rende ancora più difficile il recupero del settore.
Interventi e misure di contenimento
A fronte della gravità dell’emergenza, il Servizio di Sanità Animale ha decretato la chiusura delle movimentazioni di animali in tutto il territorio di Oristano, permettendo solo movimenti controllati e trattamenti presso strutture veterinarie autorizzate. Questo provvedimento mira a limitare la diffusione del virus e garantire un monitoraggio della situazione più efficace. Tuttavia, le misure restrittive rappresentano un’ulteriore sfida per gli allevatori, che dovranno affrontare anche gli effetti collaterali delle restrizioni.
La Sardegna, colpita duramente dall’epidemia di lingua blu, deve ora affrontare una sfida che mette a dura prova la resistenza del comparto zootecnico. Scontri tra la necessità di intervenire rapidamente per il controllo del virus e le esigenze economiche degli allevatori caratterizzano questa fase critica per l’isola.