Unione Vini: calo dei consumi mette a rischio 90 milioni di ettolitri

La vendemmia italiana del 2025 prevede 50 milioni di ettolitri, ma la carenza di domanda e i cali nei consumi mettono a rischio il settore vitivinicolo.

Una vendemmia prevista di 50 milioni di ettolitri, in un contesto di carenza di domanda, potrebbe portare a un accumulo in cantina di circa 90 milioni di ettolitri entro ottobre 2025, un quantitativo equivalente a quasi due raccolti. Questa situazione risulta insostenibile nel panorama attuale, con una proiezione di decurtazione dei valori del 5,3%, che si tradurrebbe in oltre mezzo miliardo di euro di saldo negativo tra il 2025 e il 2024, accompagnata da un prezzo medio della produzione in ribasso in doppia cifra.

L’analisi della situazione vitivinicola

Il settore vitivinicolo, come evidenziato dal rapporto dell’Osservatorio Unione Italiana Vini, ha mostrato una realtà complessa durante l’Assemblea generale dell’associazione, che rappresenta oltre 800 soci e il 85% dell’export italiano. Nonostante le difficoltà, l’Italia si distingue come l’unico Paese produttore a registrare un aumento della superficie vitata e, di conseguenza, del potenziale produttivo.

Il presidente riconfermato, Lamberto Frescobaldi, ha sottolineato che i problemi del settore non sono recenti. “I problemi c’erano anche prima”, ha dichiarato, “ma siamo stati ‘salvati’ da due vendemmie eccezionalmente contenute rispetto alle medie. Ora serve un bagno di umiltà, produrre 7-8 milioni di ettolitri in meno per mantenere il timone di uno degli asset italiani più remunerativi della nostra bilancia commerciale”.

Trend di consumo e mercati

L’analisi dei primi cinque mesi del 2025 ha messo in luce forti cali tendenziali nei volumi di vino consumati in tutti e quattro i principali mercati di sbocco. In Italia, si registra un calo del 1,8%, mentre gli Stati Uniti mostrano un decremento del 4,7%, il Regno Unito del 3% e la Germania del 9,6%. Questi mercati rappresentano complessivamente il 73% del fatturato delle imprese vinicole italiane.

In questo contesto, il saldo delle vendite nel retail evidenzia una contrazione del 3,4%, con un calo che sale al 5,3% per i vini fermi e frizzanti, mentre gli spumanti registrano un incremento del 4,9%.

La situazione attuale del mercato vitivinicolo italiano richiede un’attenta riflessione sulle strategie produttive e commerciali, in un momento in cui la sostenibilità e la qualità devono rimanere al centro dell’attenzione per affrontare le sfide future.