La polemica riguardante le pastaie di Bari Vecchia, centro di una controversia nota come “guerra delle orecchiette”, sta per affrontare un nuovo sviluppo significativo. A partire da giovedì 9 gennaio, un corso gratuito sulla sicurezza alimentare si apre per le donne che producono e vendono le tradizionali orecchiette nei vicoli del capoluogo pugliese. Questo corso, promosso dal Comune in collaborazione con le associazioni professionali Confartigianato e Cna, ha l’obiettivo di fornire alle partecipanti la certificazione Haccp, fondamentale per rispettare gli standard igienico-sanitari attuali.
La regolarizzazione delle pastaie: un passo avanti
Governo locale e impegno per la tradizione
L’iniziativa, che si svolgerà presso Porta Futuro e avrà una durata complessiva di quattro ore, si propone di affrontare tematiche strategiche per garantire una produzione di pasta sicura e di alta qualità. Le sessioni formative tratteranno vari argomenti, fra cui la normativa sulla sicurezza alimentare, la gestione potenziale delle contaminazioni, le modalità corrette di conservazione degli alimenti e le pratiche igieniche necessarie sia per i prodotti sia per il personale. Saranno affrontate anche le procedure di pulizia, le tecniche di sanificazione, l’importanza del controllo autocontrollato e, soprattutto, la rintracciabilità degli alimenti.
L’assessore comunale allo Sviluppo locale, Pietro Petruzzelli, ha dichiarato che l’iniziativa rappresenta un’importante fase del percorso di emersione e regolarizzazione delle pastaie, evidenziando come l’amministrazione comunale si adoperi per valorizzare questa tradizione gastronomica che è parte integrante dell’identità culturale della città. Petruzzelli ha anche sottolineato che per proteggere l’arte delle orecchiette fatte a mano è imperativo garantire pratiche produttive controllate, a favore della sicurezza alimentare e della tutela dei consumatori.
La genesi della “guerra delle orecchiette”
Un’inchiesta che ha scosso l’opinione pubblica
La polemica, nota come “guerra delle orecchiette”, ha trovato origine grazie a una inchiesta trasmessa dalla trasmissione “Mi manda Rai 3”, che ha messo in luce le pratiche di vendita informale delle pastaie di Bari Vecchia. Accuse di evasione fiscale hanno creato un’ondata di discussione attorno a queste artigiane, celando, tuttavia, l’importanza culturale di un mestiere storico. Le orecchiette non sono solamente un piatto tipico, ma una manifestazione della cultura gastronomica pugliese, frutto di una tradizione secolare tramandata di generazione in generazione.
L’attenzione mediatica ha focalizzato l’attenzione su un aspetto delicato: le immagini evocative delle donne intenta a creare la pasta con abilità e passione raccontano storie di legami profondo con il territorio e un sapere che permane nel tempo. Alcuni ritengono che la regolamentazione necessaria, se non affrontata con cautela, possa soffocare l’autenticità di queste pratiche, mentre altri evidenziano l’importanza di autorizzare e tutelare queste attività per preservare una tradizione che è parte integrante dell’identità locale.
Le prospettive future
Tutela e valorizzazione di un patrimonio culturale
La sfida attuale risiede nell’individuare un equilibrio sostenibile che possa garantire il rispetto delle normative sanitarie senza compromettere il valore tradizionale della preparazione delle orecchiette. Un percorso regolamentato potrebbe non solo proteggere i diritti delle pastaie, ma anche conferirgli un ruolo di rappresentanza di una cultura culinaria profondamente radicata.
Questa iniziativa rappresenta un’opportunità per le artigiane del gusto di rispondere a un’esigenza di legalità e qualità, trasformandole in ambasciatrici di una tradizione che merita di essere celebrata e trasmessa nel tempo. La tutela delle pratiche tradizionali si può attuare attraverso una convivenza armonica tra modernità e passione per i prodotti locali.
