Festival Terrae di Barrea, 21 cantine italiane a confronto

di redazione Fornelli d'Italia

Piccole ma grandi e ben posizionate in un mercato strategico in cui la parola d’ordine è quella di stare al passo con i tempi, senza dimenticare le origini. E’ questo il paradigma che emerge tra le ventuno cantine che saranno presenti al Festival Terrae di Barrea, dal 20 al 22 agosto, il cui comune denominatore trae origine dall’arte di fare il vino, quale affascinante percorso di un lavoro che trasforma l’uva in vino e che si protrae nel nostro Paese dall’epoca etrusca.

Le uve delle ventuno cantine, situate in tutta la penisola, sono infatti autoctone da punto di vista ampelografico e rispecchiano perfettamente la cultura e la tradizione del luogo di provenienza, tanto da essere considerate come ambasciatrici indiscusse dei loro territori.

Alla kermesse di Barrea si potranno conoscere gli aspetti di quest’arte complessa, capire le sue evoluzioni e le sfumature meno conosciute. Insomma tutto inizia dall’osservazione, dall’olfatto, dal gusto e dalla consapevolezza di un piacere che dura da secoli. Non a caso fu lo scrittore Ernst Hemingway a coglierne l’aspetto più significativo: “il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo”.

Le cantine a Barrea

ASJARIGATO – Veneto
CACCIATORE D’UVE – Veneto
CANTINA DELLA VOLTA – Emilia-Romagna
CERROLUNGO – Liguria
DEMIèRE CHAMPAGNE – Francia
CICCONE – Abruzzo
CORTE DEI PAPI – Lazio
CREA – Abruzzo
FAMIGLIA FEBO – Abruzzo
FATTORIA DELL’ORSO – Abruzzo
HERERO – Molise
LUNAROSSA VINI E PASSIONE – Campania
MAELI – Veneto
MICHELE LALUCE – Basilicata
MONTE BELLARIA – Emilia-Romagna
OMINA ROMANA – Lazio
PRIMA TERRA – Liguria
STRAPPELLI – Abruzzo
TERRE GROSSE – Veneto
WALTER DE BATTè – Liguria
ZAHAR – Friuli Venezia Giulia

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